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Dalla lettera agli Ebrei, 1:1,8
25 Febbraio 2018
(Versione Diodati)
Avendo Iddio variamente, ed in molte maniere, parlato già anticamente a' padri, ne' profeti, in questi ultimi giorni, ha parlato a noi nel suo Figliuolo,

il quale egli ha costituito erede d'ogni cosa; per lo quale ancora ha fatti i secoli.

Il quale, essendo lo splendor della gloria, e l'impronta della sussistenza d'esso; e portando tutte le cose con la parola della sua potenza, dopo aver fatto per sé stesso il purgamento de' nostri peccati, si è posto a sedere alla destra della Maestà, ne' luoghi altissimi;

essendo fatto di tanto superiore agli angeli, quanto egli ha eredato un nome più eccellente ch'essi.

Perciocché, a qual degli angeli disse egli mai: Tu sei il mio Figliuolo, oggi io ti ho generato? E di nuovo: Io gli sarò Padre, ed egli mi sarà Figliuolo?

Ed ancora, quando egli introduce il Primogenito nel mondo, dice: E adorinlo tutti gli angeli di Dio.

Inoltre, mentre degli angeli egli dice: Il qual fa dei venti suoi angeli, ed una fiamma di fuoco i suoi ministri,

del Figliuolo dice: O Dio, il tuo trono è ne' secoli de' secoli; lo scettro del tuo regno è uno scettro di dirittura.
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