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Dagli Atti degli Apostoli, 16:22,32
14 aprile 2019
(Versione Diodati)
La moltitudine ancora si levò tutta insieme contro a loro; e i pretori, stracciate loro le vesti, comandarono che fosser frustati.
E dopo aver loro data una gran battitura, li misero in prigione, comandando al carceriere di guardarli sicuramente.
Il quale, ricevuto un tal comandamento, li mise nella prigione più addentro, e serrò loro i piedi ne' ceppi.
Or in su la mezzanotte, Paolo e Sila, facendo orazione, cantavano inni a Dio; e i prigioni li udivano.
E di subito si fece un gran tremoto, talchè i fondamenti della prigione furono scrollati; e in quello stante tutte le porte si apersero, e i legami di tutti si sciolsero.
E il carceriere, destatosi, e vedute le porte della prigione aperte, trasse fuori la spada, ed era per uccidersi, pensando che i prigioni se ne fosser fuggiti.
Ma Paolo gridò ad alta voce, dicendo: Non farti male alcuno; perciocchè noi siam tutti qui.
Ed egli, chiesto un lume, saltò dentro; e tutto tremante, si gettò a' piedi di Paolo e di Sila.
E menatili fuori, disse: Signori, che mi conviene egli fare per esser salvato?
Ed essi dissero: Credi nel Signor Gesù Cristo, e sarai salvato tu, e la casa tua.
Ed essi annunziarono la parola del Signore a lui, ed a tutti coloro ch'erano in casa sua.
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